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Comunicato del 24 settembre 2024

Carcere di CAGLIARI: detenuto si auto lesiona con una lametta e aggredisce due Agenti che hanno provato a fermarlo!

Ennesima aggressione nel carcere di UTA dove un detenuto si è procurato una serie di tagli in tutto il corpo con una lametta , gli Agenti intervenuti lo stavano accompagnando in infermeria ma nel momento in cui gli hanno chiesto di buttare la lametta ha dato in escandescenza ed ha ripreso ad auto lesionarsi in maniera ancora piu’ decisa. Gli Agenti hanno subito cercato di bloccarlo ma il detenuto ha sferrato un violento pugno al volto di uno di essi ma provvidenzialmente l’Altro Agente è riuscito a bloccarlo a fatica prima che potesse continuare a colpirlo o potesse continuare a procurarsi dei tagli. Nell’intervento anche il secondo poliziotto ha subito una slogatura del polso ed entrambi sono dovuti ricorrere all’intervento del pronto soccorso esterno.

A renderlo noto il segretario generale della UIL PA Polizia Penitenziaria Michele CIREDDU che aggiunge: …” Ancora un grave evento critico nel carcere di UTA dove per cercare di evitare che un detenuto continuasse ad auto lesionarsi in maniera estremamente pericolosa per la propria incolumità , gli Agenti intervenuti hanno avuto la peggio.

Stiamo arrivando quasi ad un punto in cui per prestare servizio in una sezione detentiva bisognerà indossare delle protezioni anti aggressione, con caschi e scudi anche in situazioni ordinarie perché le aggressioni hanno raggiunto una soglia da codice rosso. L’escalation di violenza non accenna a fermarsi, alcuni detenuti ormai non esitano un attimo ad aggredire ed infierire contro i Poliziotti che in quel momento nella loro testa vengono considerati come un nemico da abbattere ed eliminare perché rappresentano lo Stato e la legalità.

E’ lecito chiedersi quali interventi stiano assicurando nel mentre il Governo, lo Stato offeso e aggredito brutalmente per tutelare i rappresentanti della legalità? Purtroppo attualmente la risposta sembra essere solo una : Un beato NIENTE!

A parte le linee guida sugli eventi critici composte da un libro di pagine irrealizzabili che quasi nessun operatore conosce, esistono solo all’orizzonte formazioni di gruppi di intervento che, conoscendo i tempi burocratici dell’Amministrazione, non vedranno di certo luce nel breve termine.

L’unica soluzione attualmente attiva per cui la realizzazione è costata grandi sforzi intellettuali ai vertici del Dipartimento è il trasferimento dell’aggressore in un altro Istituto e questo a nostro avviso, oltre a spostare il problema da un istituto ad un altro senza risolverlo, potrebbe essere un boomerang che alcuni detenuti desiderosi di cambiare istituto potrebbero utilizzare.

Al personale aggredito va la vicinanza di tutti i livelli della UIL.