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comunicato del 28 luglio 2023

Casa Circondariale di Cagliari UTA: detenuto si suicida tramite impiccamento utilizzando un lenzuolo che ha legato nelle inferriate della finestra del bagno.

La UIL CIREDDU: A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari, sono gesti imprevedibili e spesso il comportamento di chi li mette in atto non fa sospettare tale rischio, senza interventi non e’ difficile prevedere il tracollo del sistema.

Un detenuto appartenente al circuito media sicurezza , che pare non avesse nessuna patologia psichiatrica e, dalle prime indiscrezioni, non aveva mai assunto dei comportamenti che facevano sospettare potesse mettere in atto gesti auto-soppressivi, si e’ suicidato nelle ore notturne nel bagno della propria camera detentiva, che condivideva con altri compagni di detenzione. Lo ha fatto utilizzando un lenzuolo abilmente intrecciato che ha legato alla finestra del proprio bagno.

Il personale ha immediatamente dato l’allarme agevolando gli interventi dei sanitari ma a nulla sono valsi i soccorsi seppur tempestivi.

A renderlo noto il segretario generale della Uil Pa Polizia Penitenziaria Michele CIREDDU che aggiunge: Si tratta dell’ennesimo evento critico nell’Istituto di UTA, dove sono allocati circa 600 detenuti e dove si registra una carenza organica di Agenti di circa 140 unità. Le proporzioni numeriche offrono un quadro estremamente significativo, quando va bene, tre unità devono assicurare il controllo di 3 sezioni dove sono allocati complessivamente circa 100 detenuti, e nei 4 piani detentivi la situazione e’ pressoche’ simile, e’ umanamente ed oggettivamente impossibile garantire quindi un controllo assiduo. Servono urgenti integrazioni di Poliziotti che possano gestire i continui eventi critici che si verificano in Istituto, ma servono anche interventi urgentissimi per correggere le deficienze organizzative, per fornire strumentazioni e tecnologie adeguate, servono insomma urgenti misure emergenziali e strutturali. Il segretario nazionale della UIL Defazio ha definito il numero esorbitante di suicidi come una “pena di morte di fatto” e non e’ difficile preventivare che senza interventi concreti, basandoci solo sulle parole di facciata della classe politica e dei vertici dei palazzi romani, la situazione continui a peggiorare drasticamente ed irreversibilmente.