OGGETTO: Casa reclusione di Oristano, assenza area sanitaria nelle 24 ore, riscontro del Provveditore.
Egregio Provveditore,
Abbiamo preso atto del Suo riscontro arricchito dalle interlocuzioni con le Autorità sanitarie relative alla criticità del sistema sanitario della provincia di Oristano e del presidio di assistenza medica H24 della casa di reclusione oristanese.
Crediamo però che sarebbe opportuno conoscere quali azioni siano state intraprese dalle Istituzioni per risolvere il grave problema. Dubitiamo, tuttavia, che nessuno abbia prospettato soluzioni idonee, forse perché non ce ne sono, considerato che non c'è un esito alle denunce che abbiamo presentato.
Dalle informazioni in nostro possesso pare che le difficoltà a reperire i medici e gli infermieri, sia dovuto a ragioni economiche, in quanto ci sarebbero degli incarichi extra penitenziari più appetibili che oltre ad una miglior retribuzione, potrebbero esporre i professionisti a meno rischi professionali.
Nel mentre succede che la Polizia penitenziaria oltre a garantire la sicurezza all’interno dell’Istituto, deve comprendere quale scelta sia piu’ opportuna quando un detenuto di un certo spessore criminale richiede un intervento medico.
Non intendiamo annoiarLa, ma desideriamo citare alcuni passaggi di quella che dovrebbe essere la missione dell'area sanitaria : …..“Il Servizio Sanitario è chiamato a garantire alle persone in stato di detenzione lo stesso diritto alla salute al pari dei cittadini in stato di libertà. Questo comporta nell'assicurare la Tutela della salute mediante un sistema dell’offerta assistenziale in grado di saper accogliere e accompagnare la persona durante il periodo dello stato di detenzione, promuovendo la crescita delle capacità individuali affinché possa percepire appieno il “bene salute” e poi con più consapevolezza assumere le scelte necessarie per esercitare il proprio diritto alla salute…..
Ed è opportuno anche evidenziare cosa prevedono l’ordinamento penitenziario ed il regolamento di esecuzione :…..” Il medico del servizio sanitario garantisce quotidianamente la visita dei detenuti ammalati e di quelli che ne fanno richiesta quando risulta necessaria in base a criteri di appropiatezza clinica. L'Amministrazione penitenziaria assicura il completo espletamento delle attivita' sanitarie senza limiti orari che ne impediscono l'effettuazione.
il D. L del 22 giugno 1999, n. 230, Riordino della medicina penitenziaria, a norma dell'articolo 5 della legge 30 novembre 1998, n. 419; entrato in vigore il 31/7/1999. e Ultimo aggiornamento all'atto pubblicato il 26/10/201) ribadisce il Diritto alla salute dei detenuti e degli internati, nell' art 2, comma 3, riporta che "Alla erogazione delle prestazioni sanitarie provvede l'Azienda unità sanitaria locale. L'amministrazione penitenziaria provvede alla sicurezza dei detenuti e a quella degli internati ivi assistiti"…..”
Enunciazioni chiare ma se, come nel caso di Oristano vengono meno perchè di fatto non esiste piu’ l’assistenza sanitaria, come deve comportarsi la Polizia Penitenziaria?
Nelle recenti interviste, abbiamo appreso che l'ASL sembra orientata ad attivare la telemedicina per il carcere di Oristano. Tuttavia, rimane il dubbio che senza la presenza fisica di medici e infermieri all'interno dell'istituto, tali iniziative rischino di rimanere solo delle dichiarazioni di intenti, prive di un effettivo riscontro pratico .
Il servizio di assistenza sanitaria deve essere organizzato in modo tale da rendere una visita medica eseguibile senza alcun indebito ritardo. Allo stato attuale invece, se succede un evento drammatico, la lente di ingrandimento dell’Autorità giudiziaria esaminerà inevitabilmente gli unici operatori presenti in quel momento, che sono ovviamente gli Agenti della Polizia Penitenziaria in servizio. Sia ben chiaro, i nostri Poliziotti non si tirano indietro e non lo faranno mai, ma senza linee guida per ovviare alle responsabilità che non sono di certo proprie, sono esposti inevitabilmente a rischi di natura penale e disciplinare!
cordiali saluti.