OGGETTO: Casa Circondariale di Cagliari UTA, “rinunciate alla vita privata voi che entrate!”
Egregio Direttore,
Abbiamo ricevuto i riscontri rispetto le nostre segnalazioni sugli orari interminabili che il personale e’ costretto a svolgere ormai quasi quotidianamente.
Nel riscontro sulle segnalazioni relative l’impiego, a nostro avviso irrazionale, del personale al NTP , da una parte Lei asserisce che la gestione dei servizi e’ equilibrata e l’episodio in cui le unità impiegate nelle traduzioni hanno svolto circa 18 ore in due giorni, tale scelta era dettata dalla mancanza di unità con la patente D. Nei modelli 14 da noi richiesti, si evince chiaramente invece che vi era la possibilità di impiegare due unità esperte, di cui 1 munita di patente “D” , che rientravano dal congedo ordinario. A nostro avviso potevano quindi tranquillamente essere impiegate nella massiva di Alghero per evitare che, il personale impiegato nella traduzione del giorno prima, svolgesse un altro pericoloso “tour de force”.
Anche nel riscontro della parte in cui denunciamo differenze inspiegabili dei servizi di traduzione fuori dall’isola o in altri istituti della regione, Lei sostiene che tali servizi siano distribuiti in maniera equa ma nei dati si evince chiaramente che le disparità segnalataci dal personale non sono fantasiose, in quanto ci sono alcune unità che hanno svolto pochissime traduzioni ed altre che ne hanno svolto il triplo.
Anche nel riscontro rispetto la nostra denuncia sui turni interminabili, a cui il personale del quadro permanente e’ costretto, da un lato ci rassicura con la promessa di attenzione rispetto alla segnalazione ma nei fatti, anche in questi gironi, si sta continuando a verificare che il personale viene inviato ad assolvere piantonamenti in luogo esterno di cura e viene trattenuto anche per 12 ore di fila senza poter consumare il pasto. Questa insensibilità non solo e’ inqualificabile ma onestamente ci spaventa, perche’ un Poliziotto costretto per tante ore a digiuno ad assolvere ad un servizio cosi’ delicato, contro ogni normativa ma anche contro ogni briciolo di buon senso, crediamo si senta perlomeno mortificato nella propria dignità!
Non va meglio negli orari antimeridiani perche’ oltre a trattenere il personale per il servizio di piantonamento in ospedale, costringendolo a svolgere 12 ore continuative, non viene nemmeno avvisato preventivamente del presunto “ritardo” con cui tornerà a casa, anche se il piantonamento era in essere dal giorno precedente e vi era il tempo per farlo.
Ormai si e’ arrivati ad un punto in cui il personale dal momento in cui entra in Istituto deve abbandonare la propria vita privata , perche’ conosce il proprio orario di inzio e non conosce piu’ la fine!
Questa e’ diventata purtroppo la realtà dei fatti! Ed anche se nei Suoi riscontri usa delle parole rassicuranti e promette di sensibilizzare chi prende materialmente queste scelte che violano, non solo le normative, ma creano scoramento e sfiducia nel personale che le subisce, la situazione sta peggiorando ulteriormente!
Continuiamo a chiedere al Provveditore che legge per conoscenza di intervenire urgentemente sia per la gestione del NTP , (ma immaginiamo che l’UST sarà già a lavoro e avrà subito notato le anomalie nei dati che la Direzione ci ha fornito), e per il numero esorbitante di ore lavorative (anche 12 ore di fila senza poter consumare il pasto) che il personale e’ costretto a svolgere per i piantonamenti in luogo esterno di cura.
Proprio il numero esorbitante di piantonamenti in luoghi esterni di cura in un Istituto dove e ‘ presente il SAI, dovrebbe perlomeno far riflettere.
In attesa di urgentissimo riscontro, molti cordiali saluti.