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comunicato del 30 dicembre 2022

 

Carceri della Sardegna: Si chiude un anno dai risvolti estremamente negativi. Cireddu: Le parole del Presidente cagliaritano Renoldi ad un emittente locale, ci fanno capire che al Dipartimento non hanno la concezione della gravità in cui versa il sistema penitenziario in Sardegna.

 

E’ tempo di bilanci e mai come quest’anno, in Sardegna, non possiamo che tracciare un resoconto estremamente negativo. Gli Istituti permangono in una situazione di estrema precarietà: Sassari nonostante l’elevato numero di detenuti appartenenti al circuito 41 bis ed al numero elevato di detenuti psichiatrici rimane ancora privo di un Comandante e di un Direttore titolare ed il personale deve continuare a subire la gestione diametralmente opposta in base al Direttore o al comandante che si trova in quel momento a dirigere l’Istituto. A Tempio permane una gestione che , dati alla mano, determina gravi imparzialità. Poliziotti che continuano a fruire dei riposi in tutte le domeniche ed altri, di riflesso, costretti a lavorare in tutte le domeniche, una situazione scandalosa che non si registrava nemmeno negli anni 90, ed il personale anziche’ beneficiare di una guida che sappia tracciare un percorso lavorativo sereno, subisce procedimenti disciplinari anche per dei fatti che non rappresentano di certo l’estrema ratio. A Nuoro invece l’Amministrazione si e’ letteralmente superata, fornendo due diverse interpretazioni davanti a numeri oggettivi che evidenziano la carenza numerica nei vari ruoli. Se la Direzione infatti, per un periodo, ha addirittura costretto il personale a svolgere obbligatoriamente lo straordinario, abbiamo avuto una diversa veduta del provveditore che descrive invece l’Istituto di Badu e carros come un isola felice, due pareri contrastanti estremamente significativi. L’Istituto di UTA invece mantiene il triste primato degli eventi critici: aggressioni a danno del personale, tentativi di suicidio, abnorme ricorso ai ricoveri dei detenuti in luogo esterno di cura, con punte di 5 detenuti contemporaneamente inviati in ospedale esterno. Anche qui registriamo una gestione incomprensibile: Il numero di Poliziotti inserito in alcuni Uffici e nei posti fissi supera il livello massimo mentre nelle sezioni detentive si lavora costantemente al di sotto dei livelli minimi di sicurezza, inoltre la gestione dei servizi del personale non si puo’ di certo definire imparziale. Ad Oristano il personale continua ad essere costretto a gestire detenuti appartenenti al circuito AS3, di primissimo livello delinquenziale, senza gli adeguati livelli di sicurezza e senza gli strumenti idonei, mentre l’Istituto di Lanusei e’ stato trasformato in un “secondo Istituto di UTA” , vengono infatti inviati detenuti che hanno letteralmente creato scompiglio in altri istituti, mischiandoli ai detenuti “protetti” ed a quelli psichiatrici, ignorando volutamente l’assenza dell’area sanitaria nelle 24 ore ed ignorando anche la mancanza di camere dove poter isolare detenuti facinorosi.

Tutto questo, unito alla carenza di circa 540 Agenti in regione, non sembra pero’ rappresentare motivo di intervento per l’uscente provveditore, tanto meno lo e’ stato per l’uscente Capo del Dipartimento Carlo Renoldi che, in una recente intervista, ha descritto la situazione in Sardegna come “abbastanza tranquilla” ed ha annunciato l’assegnazione di Poliziotti e Direttori per fine 2023. Queste parole ci hanno dato conferma che nei palazzi romani non hanno la minima concezione dei problemi di quella che definiscono “periferia”. La delusione maggiore arriva proprio dal fatto che il Capo del Dipartimento non doveva riservare un trattamento di favore alla propria terra, non glielo avremmo mai chiesto, doveva solo ed esclusivamente trattare la Sardegna come le altre regioni, garantendo le stesse attenzioni, cosa che purtroppo non e’ avvenuta. Dispiace pertanto ammettere che si e’ rivelato un flop come i suoi predecessori. Nello stesso modo ci dispiace che il Provveditore, ex Direttore di Istituti importanti e difficili come Palermo quindi esperto di dinamiche che avvengono negli Istituti, non sia riuscito o non abbia voluto rispettare e far rispettare alle Direzioni le regole in favore al personale che con fatica abbiamo sottoscritto in regione. Attualmente e’ morta la contrattazione sindacale regionale, non viene convocata una riunione sindacale da numerosi mesi, cosi’ come non vengono convocate le commissioni arbitrali regionali nei confronti delle Direzioni che violano i diritti del personale, viene chiesto pero’ saltuariamente alle OO.SS. di comunicare i nominativi dei membri di tale organo quasi come sfotto’.

Noi auspichiamo che il 2023 possa essere l’anno della rinascita nell’insegna del rispetto delle regole e dei diritti ed auspichiamo possa davvero essere garantita l’ assegnazione dei Comandanti e dei Direttori titolari in tutti gli Istituti della Sardegna. Auspichiamo sia anche l’anno dell’assegnazione del nuovo Provveditore con la speranza abbia voglia di lottare con noi per riportare la legalità amministrativa in tutti gli Istituti e permettere pari opportunità a tutto il personale di Polizia Penitenziaria in Sardegna,. La gestione scellerata, inadeguata e fallimentare di alcune Direzioni va immediatamente fermata , inizieremo l’anno continuando a denunciare queste gravi situazioni.