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Comunicato Stampa del 22 febbraio 2017

Carceri, la situazione in Sardegna è catastrofica, la UIL scende in piazza, iniziano le proteste davanti ogni singolo Istituto!!!

 

Lo avevamo annunciato nel caso non fossero arrivate delle risposte concrete da parte dei vertici dell’Amministrazione. Considerata la mancanza di interventi concreti, la UIL inizierà una serie di proteste per sensibilizzare l’opinione pubblica, la classe politica e le istituzioni e creare uno scossone per destare i vertici dell’Amministrazione dal torpore che sin’ora ne ha paralizzato l’operato.

Relazioni sindacali inesistenti, gestione del personale senza criteri di razionalizzazione, negazione delle pari opportunità e mancata distribuzione in maniera equa dei carichi di lavoro, regole concordate disattese ed aggirate costantemente, distacchi in regione gestiti in maniera discutibile, carenza dei vari ruoli di Polizia Penitenziaria e dei Direttori, il personale si sente abbandonato a se stesso.

Queste sono solo alcune delle motivazioni, che hanno determinato l’inizio dei sit in di protesta che si terranno davanti ogni Istituto della Sardegna. Denunciamo le specifiche problematiche che la Polizia Penitenziaria incontra in ogni singolo istituto per dar voce al personale che vive le situazioni di disagio e di abbandono da parte dei vertici dell’Amministrazione.

 Inizieremo il giorno 6 marzo 2017 davanti l’Istituto di UTA dove è prevista la  contemporanea astensione dalla mensa del personale in servizio. Nell’Istituto, oltre le problematiche esposte, il personale deve compiere dei veri e propri salti mortali per svolgere il proprio mandato. La gestione del personale è a nostro avviso irrazionale, un solo Agente deve assicurare il controllo di sezioni detentive con piu’ di 100 detenuti, gli ordini di servizio sono praticamente irrealizzabili, i numerosi eventi critici devono essere gestiti da 1 solo responsabile della sorveglianza generale che ha anche l’incarico di coordinatore di unità operative. Tale organizzazione di fatto costringe il personale delle varie unità operative a  gestire le situazioni senza il coordinamento di un responsabile in pianta stabile ed affrontare in solitudine le diverse difficoltà. L’impiego dei ruoli intermedi è peggiore persino del vecchio carcere del Buoncammino dove per ogni turno venivano impiegati piu’ responsabili a vantaggio dell’efficienza.

L’Istituto piu’ grande della Sardegna ha già raggiunto un preoccupante indice di sovraffollamento, ed attualmente è gestito da 1 Direttore che a causa di contemporanei incarichi, è presente in Istituto raramente, scelta gestionale che a piu’ riprese abbiamo definito scellerata.

Sono ormai ordinari gli eventi critici nell’Istituto, dove la maggior parte dei detenuti soffre di problemi psichiatrici, il Dipartimento ha creato un vero mix esplosivo nell’Istituto cagliaritano.

Il personale di Polizia Penitenziaria è costretto ad una costante emergenza; è impossibile continuare in questo modo, è a rischio l’incolumità psico-fisica degli Agenti, senza pensare al rischio concreto di responsabilità giuridiche a cui il personale è esposto a causa dell’impossibilità oggettiva di svolgere il proprio mandato.

E’ arrivato il momento delle proteste, che avverranno davanti ogni singolo Istituto con l’auspicio di invertire la tendenza ed evitare il tracollo totale del sistema penitenziario sardo.