OGGETTO: C.C. Alghero – immagine Polizia Penitenziaria –
Egregio Provveditore,
Abbiamo ricevuto diverse e riteniamo giustificate, lamentele da parte del personale di Polizia Penitenziaria in merito al contenuto di un libro realizzato dai detenuti della Casa Circondariale di Alghero, con la partecipazione degli studenti della scuola media della stessa città e la prefazione del Direttore dell'Istituto.
Si tratta, infatti, di un racconto che vede come protagonista un agente di Polizia Penitenziaria dedito a bere alcolici. Si narra di un boccione di vino che nel racconto è il suo compagno inseparabile e del consumo di un super alcolico (acqua vite) a colazione. Oltre ad essere dipinto come un alcolizzato, il poliziotto viene descritto come un ignorante che realizza la lettura del suo primo libro solo dopo aver preso esempio da un detenuto dedito alla lettura al punto che questa visione, che lo perseguita, alla fine determina in lui la voglia di leggere.
Per non farsi mancare nulla hanno anche pensato bene di dedicarsi alla descrizione della vita sociale esterna dello stesso agente, descrivendolo in modo tale da far passare il messaggio di un individuo disadattato, respinto dalla famiglia e alcoolizzato.
Questa è solo una piccola sintesi di un racconto che a nostro avviso lede l'immagine della Polizia Penitenziaria, ma anche della stessa amministrazione.
Alcune indiscrezioni riferiscono che il libro sarebbe addirittura stato finanziato con fondi dell'amministrazione penitenziaria, quindi pubblici.
Se ciò fosse confermato oltre al danno la doppia incredibile beffa di aver finanziato la pubblicazione e di averne realizzato la prefazione attraverso il Direttore dell’istituto.
In ragione di ciò si chiede alla S.V. di voler confermare se effettivamente sono stati utilizzati soldi pubblici per realizzare un prodotto editoriale del genere che denigra e diffama un intero Corpo di Polizia e, soprattutto, perché nessuno ha pensato di verificarne i contenuti prima della pubblicazione e magari anche prima di farne la prefazione.
Ammesso e non concesso che si possa sostenere la tesi che si tratta di una storia romanzata e priva di riferimenti riteniamo non si possa “romanzare” contro chi rappresenta lo Stato con i soldi di quest’ultimo e, soprattutto, ingenerando nei piccoli studenti una tale immagine che poi hanno riportato nei disegni realizzati da loro stessi.
Rappresentazione, tra l’altro, fortunatamente in netto contrasto con l’immagine che invece è emersa nelle “giornate della legalità” realizzate in diverse scuole con la presenza di personale di Polizia Penitenziaria.
Ci riserviamo, naturalmente, qualora l’Amministrazione non provveda a salvaguardare la dignità del Corpo di compiere ogni atto e/o azione possibile e necessaria allo scopo.
Nell’attesa di urgentissimo riscontro, cordiali saluti.