comunicato del 8 aprile 2023
Carcere di UTA: detenuto si suicida nel letto della camera con i lacci delle scarpe, sono tragedie imprevedibili e l’impiego esiguo di unità di Polizia Penitenziaria nelle sezioni detentive rendono i controlli impossibili.
Un detenuto trasferito da poco dall’Istituto di Nuoro si e’ suicidato nella giornata odierna utilizzando i legacci delle scarpe per creare un cappio, ha quindi legato l’estremità al proprio letto, si e’ coperto con una coperta e si e’ lasciato andare, di fatto provocando uno strangolamento con il cappio. Un gesto estremo imprevedibile anche perche’ il detenuto, trasferito di recente dall’Istituto nuorese di “Badu e Carros”, non aveva fatto presagire nessun disagio e non era stato necessario sottoporre nei suoi confronti il provvedimento di grande sorveglianza.
A renderlo noto il segretario generale della Uil Pa Polizia Penitenziaria della Sardegna Michele Cireddu che aggiunge: “ Nell’Istituto di UTA abbiamo denunciato ormai da diverso tempo il numero estremamente abnorme di eventi critici nelle sezioni detentive. Sono numerosissimi i tentativi di suicidio, gli autolesionismi, le aggressioni tra detenuti , le aggressioni a danno degli Agenti, le minacce di morte , le offese, gli scioperi della fame, ecc. Statisticamente questi numeri consegnano il triste primato al carcere di UTA come l’Istituto dove si verificano piu’ eventi critici nel distretto sardo e lo portano nelle classifiche tra i primissimi in Italia per numero di eventi critici.
Questo significa anche che il personale di Polizia Penitenziaria e’ costretto a lavorare costantemente sotto stress, senza strumenti e mezzi idonei per poter prevenire e gestire i citati eventi critici, cosi’ come non puo’ contare su idonei luoghi dove gestire in sicurezza i numerosi ricoveri in luoghi esterni di cura e le traduzioni nell’aeroporto cittadino. In caso di ricovero esterno di un detenuto infatti, la mancanza di un repartino detentivo ospedaliero, (previsto per legge nelle città dove esistono gli istituti penitenziari) costringe l’allocamento del soggetto con agli altri pazienti e le numerose volte in cui i detenuti danno in escandescenza mettono a repentaglio l’incolumità dei pazienti, del personale sanitario, degli Agenti e del detenuto stesso. Cosi’ come in caso di traduzione in aeroporto, la scorta non puo’ contare su un luogo di appoggio ed e’ costretta a sfidare la fortuna per riuscire a sottrarre il detenuto dalla curiosità delle persone, deve inoltre sperare che non si verifichino intoppi nel viaggio.
Raccontiamo situazioni vergognose non certo degne di un paese civile! La Polizia Penitenziaria di UTA e degli altri Istituti della regione e’ costretta a lavorare in situazioni estreme e quando si verifica un episodio come quello odierno, deve vedersi puntare la spada di damocle in maniera ipocrita anche da quelle Autorità che potrebbero intervenire ma dimostrano indifferenza e insensibilità nei confronti dei nostri Poliziotti.
Il sistema penitenziario sardo va rifondato immediatamente , servono mezzi e strumenti per agevolare il lavoro degli Agenti nelle sezioni, servono assegnazioni urgenti negli Istituti in difficoltà, e’ urgentissimo l’invio di un nuovo provveditore e dei direttori in tutti gli Istituti , senza interventi gli eventi tragici continueranno a susseguirsi inesorabilmente.