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comunicato del 13 febbraio 2023

 

Carcere di UTA, visita della UIL all’Istituto: Il carcere si regge solo ed esclusivamente grazie a quel personale che, nonostante un sistema penitenziario fallimentare, butta il cuore oltre l’ostacolo. L’emergenza dell’Istituto e’ raccontata soprattutto dai numeri!

 

Una delegazione della UIL composta dalla segretaria generale confederale sarda Francesca TICCA, dal segretario generale della UIL PA Polizia Penitenziaria della Sardegna Michele CIREDDU e dal segretario locale Salvatore Antonio Lai ha visitato i luoghi di lavoro dell’Istituto di UTA.

Ad accogliere la delegazione il Direttore dell’Istituto Marco PORCU e la Comandante F.F. Barbara CARIA che apprezzando la presenza significativa della confederazione Sarda, hanno accompagnato la delegazione ed illustrato a loro volta le attività dell’Istituto e, con apprezzabile oggettività, hanno evidenziato le difficoltà che l’Istituto deve affrontare quotidianamente.

I numeri forniti dalla Direzione raccontano scenari di estrema emergenza: una carenza organica di circa 100 Poliziotti, nell’anno 2022 gli eventi critici come i tentativi di suicidio, autolesionismi, scioperi della fame, altre forme di protesta sono stati 4500, le aggressioni a danno dei Poliziotti sono state 18, i detenuti trasportati in pericolo imminente di vita negli ospedali esterni sono stati 48 con l’impiego di 1588 Poliziotti, sono stati tradotti nelle aule di Giustizia 953 detenuti con l’impiego di 4218 Poliziotti, il personale deve ancora fruire di 6798 giorni di congedo ordinario relativo l’anno 2022 oltre alle giornate relative il 2023.

E’ emersa in maniera preminente la carenza soprattutto dei ruoli intermedi dei Sovrintendenti ed Ispettori che raggiunge la drammatica percentuale dell’87 % rispetto l’organico previsto e, per un Istituto di queste dimensioni, rappresenta un dato estremamente allarmante.

Questa carenza determina inoltre un ulteriore criticità perche’ questi vuoti organici sono colmati con il ruolo Agenti che vengono impiegati in compiti di responsabilità non proprie del ruolo.

I detenuti presenti sono circa 550 di cui piu’ della metà presentano gravi patologie di natura psichiatrica e questo non fa altro che certificare, ancora una volta, che la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari senza prevedere strutture alternative e’ stato uno dei motivi che hanno portato al fallimento del sistema carcere.

Per quanto riguarda invece l’unico SAI presente in Sardegna (sorta di ospedale esterno gestito dalla ASL) sono presenti le gravi problematiche relative gli ospedali esterni ma in una struttura “protetta” come il carcere, queste anomalie emergono in maniera amplificata.

Nell’Istituto e’ prevista infine una sezione dove verranno allocati circa 100 detenuti appartenenti al circuito 41 bis che inevitabilmente determineranno ulteriori problematiche ad un Istituto in costante difficoltà,

. Senza un considerevole incremento organico sarà impossibile reggere questa ulteriore criticità.