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COMUNICATO DEL 15 settembre 2022

 

Carceri di Sassari e Tempio: il 20 ed il 21 settembre una delegazione della UIL capitanata dal segretario generale Nazionale Gennarino DEFAZIO e dal segretario generale della Sardegna Michele CIREDDU con i delegati che prestano servizio nei due Istituti visiterà i luoghi di lavoro.

 

Gli Istituti di Sassari e Tempio, distanti dagli Uffici provveditoriali e dipartimentali non solo geograficamente, vivono gravi difficoltà e sono ancora vergognosamente prive di un Direttore titolare e, nel caso di Sassari anche di un Comandante.

Esempi concreti di mala gestione da parte dei vertici Dipartimentali e, nel caso dei Comandanti, non sono’ esenti da responsabilità nemmeno i Provveditori che si sono susseguiti negli anni, considerato che non hanno saputo colmare un vuoto incredibilmente grave.

La carenza organica e’ inoltre tangibile in tutti i ruoli ma la percentuale piu’ alta interessa i ruoli intermedi (Ispettori e Sovrintendenti) e di riflesso si ripercuote sui ruoli esecutivi (Agenti-Assistenti) che devono sostituire queste figure assumendo responsabilità non proprie del ruolo, falsando cosi’ i numeri dell’organico presente che non tiene conto della grossa percentuale impiegata per sostituire i ruoli superiori.

Per diverso tempo addirittura, nell’Istituto di Tempio, il piu’ alto in grado dell’Istituto e’ stato un Assistente Capo che, ad onor del vero, ha gestito l’Istituto in maniera eccellente non facendo rimpiangere di certo nessun altra figura.

Nel caso dell’Istituto di Sassari, come scritto in una nota della segretaria territoriale, indirizzata ai vertici regionali e nazionali dell’Amministrazione, il personale lavora in punta di piedi, ed e’ costretto ad improvvisare e gestire le emergenze senza avere una linea guida univoca perche’ il susseguirsi di Comandanti e Direttori che si alternano per piccoli periodi e gestiscono in contemporanea altri Istituti, aggiunge solo confusione al caos. Il rispetto delle regole e della pari opportunità diventa cosi’ un miraggio ed i vari ricorsi agli organi “fantasma” regionali che dovrebbero giudicare le violazioni delle Direzioni e’ diventato inutile cosi come i ricorsi in seconda istanza alla commissione di garanzia nazionale che convoca le sedute anche dopo diversi anni, in pieno stile gestionale dei palazzi romani che in regione, i vertici, si sforzano in tutti i modi di imitare.

Nel carcere di Tempio invece i dati emersi sin’ora dicono che il rispetto delle pari opportunità nella gestione del personale sia una chimera. Una parte del personale lavora infatti tutti i festivi ed un altra parte , (piu’ fortunata?) fruisce del riposo in tutti i festivi, una disparità che andrebbe immediatamente cassata se ci fosse un minimo di attenzione anche da parte del vertice regionale che non sembra mostrare il minimo interesse e non ha ancora messo in atto nessun intervento per fermare questa mala gestione.

Ma Tempio e’ anche l’Istituto dove fioccano i rapporti disciplinari nei confronti degli Agenti, anche per situazioni che oggettivamente potevano essere risolte senza il ricorso all’estrema ratio. E’ certamente un modo di gestire che noi condanniamo e che si scontra con tutti i principi di buona gestione e con le circolari dipartimentali che ormai rimangono fogli di carta che pochi leggono e quasi nessuno applica.

Non va meglio la parte della funzionalità delle strutture, sono infatti istituti costruiti di recente ma già fatiscenti e la tecnologia che doveva migliorare il lavoro della Polizia Penitenziaria a causa delle anomalie mai riparate, rappresenta invece un grave handicap. I comandi a distanza ed i cancelli in diverse postazioni non sono funzionanti diversi posti di servizio sono inidonei perche’ privi di ricircolo dell’aria e di adeguata luminosità, la situazione strutturale in pratica e’ direttamente proporzionale allo stato fallimentare del sistema penitenziario.

La presenza del segretario generale nazionale DE FAZIO arriva in un periodo in cui la Sardegna penitenziaria sta attraversando la sua fase piu’ critica. La regione e’ stata individuata per costruire Istituti di enormi dimensioni dove inviare i detenuti piu’ ingestibili, (psichiatrici, facinorosi) insieme al 70% dei 41 bis presenti in Italia ma non sono stati adottati i giusti interventi. Lo slogan per tranquillizzare il popolo sardo era :”In Sardegna le associazioni criminali non possono attecchire”, ma il risultato e’ nella bocca dei vari procuratori distrettuali antimafia durante i loro interventi pubblici.
Purtroppo nemmeno il capo del DAP attuale , sardo con esperienze professionali passate in regione, ha saputo creare uno scossone dal suo nuovo palazzo romano. La percezione che arriva e’ che nessuno piu’ di lui sia di passaggio in quel ruolo, ha solo confermato “il nulla” che aveva contraddistinto l’operato dei suoi predecessori e questo dispiace, soprattutto perche’ avevamo riposto in lui quelle che si sono rivelate illusorie speranze.

Anche le sue ultime dichiarazioni hanno lasciato profonda amarezza, dichiarare che a breve arriveranno nuovi direttori sapendo che dovranno sostenere un corso di circa un anno e nel frattempo limitarsi ad emanare la solita “circolare” dove annuncia progetti a lunghissimo termine, nella pratica irrealizzabili, sembra un chiaro segnale che deve trascorrere un periodo prima dell’ennesimo avvicendamento con un nulla di fatto.

Le risorse per colmare i vuoti di organico dei direttori e dei comandanti ci sono , al Dap queste figure sono in netto esubero , il Capo del DAP , come i suoi predecessori, aveva la possibilità di inviarli in regione, non lo ha fatto, questa e’ la triste realtà!

Al termine della visita negli Istituti la delegazione della UIL fornirà alla stampa i dati emersi e le considerazioni conseguenti.

 

 

IL segretario generale della Sardegna

Michele Cireddu