OGGETTO: Casa circondariale di Sassari, impiego esiguo numero Agenti al controllo delle sezioni detentive.
Egregio Direttore,
continuano a pervenire vibranti doglianze dal personale in servizio presso l’Istituto sassarese che riteniamo piu che legittime considerato i contenuti.
Ci e’ stato riferito infatti che in diverse giornate l’impiego delle unità di polizia Penitenziaria al controllo delle sezioni detentive abbia raggiunto i minimi storici.
Pare che il controllo dinamico nelle sezioni sia stato costituito da sole due unità che hanno dovuto assicurare il controllo simultaneo anche di 3 sezioni detentive dove sono allocati detenuti a rischio suicidario e con problemi di natura psichiatrica che necessitano invece, un controllo costante ed assiduo. Addirittura pare che i box delle sezioni non fossero presidiati e i due Agenti all’interno, sono stati letteralmente esposti a rischi di natura fisica, in caso di eventi critici, ed amministrativo-penale, nel caso di suicidio di qualche detenuto. Anche se e’ innegabile che oggettivamente non possono avere il dono dell’ubiquità e assicurare il controllo contemporaneo di 3 sezioni detentive, non e’ difficile ipotizzare che un avviso di garanzia possa essere recapitato con estrema facilità e potrebbe determinare conseguenza devastanti morali ed economiche sia a chi lo riceve che alla rispettiva famiglia.
Ora, e’ bene rimarcare che l’Istituto di Sassari sia un Istituto estremamente difficile per la tipologia di detenuti presenti e non intervenire immediatamente, coinvolgendo i rappresentanti dei lavoratori per riorganizzare il lavoro con estrema urgenza, riteniamo non sia di certo una scelta lungimirante e di buon senso, per usare eufemismi.
Se da una parte, l’opinione pubblica e le Istituzioni sono pronte a puntare il dito nei confronti del personale di Polizia penitenziaria in caso di eventi critici gravi che possono vedere coinvolti i detenuti, pur sforzandoci, non comprendiamo come un Istituto di questo livello sia organizzato come se all’ interno delle sezioni detentive fossero presenti detenuti “semiliberi” o che scoppiano di salute o addirittura possano autogestirsi come avviene negli Istituti di alcuni stati dell’America Latina.
Ma davvero Direttore non crede che convocare le OO.SS. per rivedere l’organizzazione dell’Istituto, anziche’ abbandonarsi e concedere la cieca fiducia a delle pochissime figure che non sembrano fornirLe quella collaborazione proficua e non sembrano aiutarLa a caratterizzare la sua esperienza Sassarese come indimenticabile per il personale di Polizia Penitenziaria, sia la scelta giusta?
Crede che la UIL , di cui ormai conosce da diversi anni i delegati , si divertano e abbiano tutto quel tempo da sprecare per segnalarLE le scelleratezze organizzative negli istituti che Lei Dirige, per il solo gusto di crearLe grattacapi pretestuosi?
Non crede che se il personale avverte una guida efficiente e puo’ lavorare senza rischiare di subire danni fisici dovuti ad aggressioni o denunce penali per non essere stati messi in condizioni di poter svolgere il proprio lavoro sia piu’ sereno e di riflesso la UIL finisce di tormentarla con le denunce sindacali? Vede, noi non amiamo annuire con la testa quando Lei propone delle dinamiche che vanno contro il personale e paradossalmente contro la sua stessa figura che rappresenta il responsabile dell’organizzazione “carcere”.
Parta dal presupposto che le segnalazioni sindacali possono permettere di alzare il livello di attenzione rispetto una determinata problematica e possono evitare gravi conseguenze per il personale e per l’Istituto e, su questo presupposto, le chiediamo di convocarci urgentemente per poter affrontare le anomalie organizzative e apportare immediatamente i correttivi prima che si possano verificare episodi estremi.
In attesa di urgentissimo riscontro , cordiali saluti.