OGGETTO: Casa reclusione Tempio, gravi anomalie.
Egregio Provveditore,
la scrivente O.S. è costretta a dover intervenire sulle problematiche che affliggono l'Istituto tempiese che, rispetto al sit in, tenutosi di recente davanti al Palazzo di Giustizia, sono nettamente peggiorate.
Ci è stato riferito che, oltre alle anomalie già evidenziate, si sta verificando una vera e propria escalation di violenza nei confronti del personale che non ha risparmiato nemmeno i ruoli apicali del Corpo.
La UILPA Polizia Penitenziaria sin dall’inizio anche nel distretto Sardegna, cosi' come a livello nazionale, ha condiviso la necessità di innovare il modello di esecuzione delle pene detentive attraverso progetti che da un lato responsabilizzassero le persone detenute, rendendole partecipi di un itinerario di riparazione e rieducazione aderente al dettato dell’art. 27 della Carta Fondamentale dello Stato, e dall’altro emancipassero il lavoro della Polizia penitenziaria dalla mera custodia per elevarlo a quello della conoscenza dell’utenza anche nell’ambito di compiti di vera e propria “intelligence” e polizia di prossimità.
Purtroppo, però, il percorso evolutivo più volte declamato dall’Amministrazione penitenziaria è risultato monco, poco funzionale, auto-riduttivo, persino poco partecipato proprio dalle componenti che, più di altri, avrebbero dovuto esserne artefici.
Nel contempo questi ripetuti episodi di violenza a danno del personale , preoccupano e meritano un immediato intervento da parte della S.V. , converrà con noi sul fatto che il personale di Polizia Penitenziaria ha il sacrosanto diritto di avere un Amministrazione attenta alle proprie condizioni lavorative.
Ormai crediamo non sia piu' un mistero che la politica penitenziaria ha scelto la Sardegna come grande polo dove investire nell'esecuzione penale, l'utenza presente nel distretto è diversificata in base ai circuiti individuati a suo tempo con modalità aspramente criticate dalla UIL.
Nel caso dell'Istituto tempiese, prevedere la presenza dei detenuti As1 garantendo la sicurezza con un piccolo gruppo di Agenti privi di ruoli apicali , senza un DIrettore, con dei Comandanti inviati dalla penisola che si avvicendano dopo pochi mesi, crediamo sia un perfetto suicidio.
Chiediamo con forza che la S.V. voglia imporre al Direttore dell'Istituto di mettere in atto ogni utile intervento organizzativo, affinchè possano immediatamente cessare le diverse/troppe aggressioni che subiscono gli Agenti malgrado, giova ricordarlo, eroicamente continuano a portare avanti il proprio mandato istituzionale, in solitudine e con il solo spirito di sacrificio.
In attesa di urgentissimo riscontro, si porgono cordiali saluti.