OGGETTO: Casa Circondariale di UTA, gravi problematiche organizzative, richiesta intervento urgentissimo.
Esimio Presidente,
da tempo la scrivente O.S. ha sollecitato la Direzione dell’Istituto di UTA per ottenere un urgente convocazione per la riorganizzazione del lavoro del personale dell’ Istituto che, oggettivamente, versa in condizioni disastrose.
Questo aggettivo e’ purtroppo necessario per descrivere la gravità della situazione, perche’ l’inerzia dimostrata dalla Direzione rispetto alle sollecitazioni sindacali, ha costretto il personale a “navigare a vista” ed il numero significativo di assenze per stress da lavoro, con punte di 60 assenze per motivi di salute, crediamo rappresenti un termometro che misura il pessimo stato di salute dell’Istituto.
Queste assenze hanno interessato anche i ruoli intermedi (Sovrintendenti e Ispettori) costretti in diverse occasioni ad effettuare anche 18 ore continuative, ci sono stati riferiti orari spaventosi (dalle 6 alle 24) che hanno causato inevitabilmente ripercussioni psicologiche ed espongono gli operatori a rischi oggettivi per l’oggettiva mancanza di lucidità nell’assumere decisioni.
Queste assenze determinano di riflesso l’impiego nell’incarico di responsabili della sorveglianza generale gli Assistenti Capo, senza pero’ avergli dato la possibilità di avere perlomeno un periodo di affiancamento con i “sottufficiali” per maturare l’esperienza necessaria per assolvere al meglio un ruolo cosi’ delicato. Anche i pochissimi Assistenti Capo che hanno fornito la disponibilità alla sostituzione dei “sottufficiali”, sono stati costretti a svolgere in diverse occasioni 18 ore di fila, determinando cosi’ un tragico risultato: In caso di assenza improvvisa di chi era designato a svolgere l’incarico di responsabile della sorveglianza generale gli Assistenti sono restii ad assumere tale incarico e lo svolgono solo sotto minaccia di rapporto disciplinare andando letteralmente allo sbaraglio.
Non e’ difficile comprendere le motivazioni della riluttanza a svolgere un incarico di responsabilità nell’Istituto di UTA, perlomeno per chi ha una minima esperienza di servizio in un Istituto. Noi riteniamo che le motivazioni vadano oltre il numero esorbitante di eventi critici che avvengono in Istituto, (il triplo del totale degli eventi critici del resto degli Istituti della Sardegna), da tempo infatti abbiamo denunciato la differenza di impiego delle risorse umane tra i turni antimeridiani e quelli pomeridiani e serali. Se nel turno mattinale sono presenti il Comandante, il vice Comandante , un altro Dirigente aggiunto di Polizia Penitenziaria, i Coordinatori delle Unità operative,( in caso di assenza sono presenti i vice coordinatori), tutti gli addetti agli Uffici ed i vari posti fissi che possono fornire “risposte” alle problematiche che si verificano in sezione e degli interventi nell’immediatezza, nelle ore pomeridiane subentra un risicato numero di unità (spesso al di sotto del livello minimo di sicurezza previsto) ed un solo responsabile della sorveglianza generale, (spesso un Assistente Capo) che vede andar via dall’Istituto tutte quelle figure sopra elencate che potevano fornirgli certamente consigli, linee guida, e avrebbero certamente potuto intervenire nei frequenti casi di emergenza.
Vede Presidente, questo non sembri banale perche’ statisticamente gli eventi critici, soprattutto nel carcere di UTA si verificano piu’ frequentemente negli orari serali, dove la mole di lavoro e’ pressoche’ identica rispetto agli orari antimeridiani ma dove e’ presente un terzo del personale (quando va bene). Non e’ quindi raro dover inviare anche 3 detenuti in luogo esterno di cura in pericolo imminente di vita contemporaneamente, fronteggiare aggressioni e gestire risse tra detenuti, (qualche giorno fa si sono verificate 3 risse in diverse sezioni creando grossissime difficoltà alla sola unità responsabile della sorveglianza generale), dover assicurare l’intervento dei sanitari, nel caso sempre piu’ frequente di autolesionismi gravi e tentativi di suicidio, (qualche giorno fa c’erano addirittura detenuti in attesa di ricevere le cure sino alle 2 di notte), ecc.
Considerate tutte queste gravi criticità non sembra difficile comprendere che la sorveglianza generale non possa svolgere in solitudine questa incombenza, non ha infatti la possibilità oggettiva di reggere l’urto e non puo’ assicurare gli interventi necessari perche’ spesso gli eventi critici si verificano contemporaneamente in diverse sezioni.
E’ importante quindi ripristinare le figure del responsabile della sorveglianza interna ed il responsabile della sorveglianza esterna che possono certamente coadiuvare e fornire un adeguata tranquillità a chi svolge l’incarico di responsabile della sorveglianza generale. Cosi’ come e’ necessario garantire la presenza, anche nei turni serali, dei Funzionari di Polizia Penitenziaria, anziche’ impiegarli tutti nelle ore antimeridiane, e di alcuni posti fissi che potrebbero alternarsi per garantire la presenza “dell’Ufficio” sino alle ore serali.
Sono delle soluzioni che abbiamo esplicitato ai vertici dell’Istituto purtroppo invano perche’ probabilmente hanno altre priorità piuttosto che dialogare con le OO.SS. e trovare soluzioni migliorative per mettere in rotta un Istituto letteralmente alla deriva. Dobbiamo purtroppo considerare quasi superfluo anche continuare a chiedere l’intervento del Provveditore che legge per conoscenza, in quanto le segnalazioni sindacali vengono inviate dapprima alle Direzioni, se non arrivano riscontri o sono fuorvianti, si chiede l’intervento del Provveditore che non fa altro che chiedere spiegazioni alla Direzione (quando risponde) e replica con le stesse risposte fornite dalla Direzione.
In chiusura , continuiamo a ribadire che l’Istituto di UTA, considerata l’inerzia dimostrata per le gravi segnalazioni inviate, ha urgente bisogno di un diverso Direttore e di un diverso Comandante che anziche’ imporre agli Assistenti Capo di svolgere l’incarico della sorveglianza generale rapportando disciplinarmente chi si rifiuta, abbiano il coraggio di confrontarsi in maniera concreta con le OO.SS. , abbiano la volonta’ di riorganizzare il lavoro del personale e sappiano distribuire in maniera omogenea le risorse umane, anche e soprattutto i ruoli intermedi ed i Funzionari, per evitare di mandare allo sbaraglio “il malcapitato” che, in perfetta solitudine deve sobbarcarsi il peso di un Istituto cosi’ problematico e difficile anche per 18 ore di fila, cosa che non avveniva nemmeno negli anni 80.
Senza questi interventi urgenti c’e’ il rischio concreto che la situazione possa peggiorare ulteriormente ed il carico di lavoro fisico e psicologico insostenibile per gli operatori, potrebbe determinare altre gravi problematiche.
Chiediamo pertanto un Suo Autorevole intervento anche inviando dei vertici dell’Istituto esperi e di buon senso in missione per riorganizzare l’Istituto perche’ il personale e’ in grave difficoltà e non si intravedono spiragli di miglioramento.
In attesa di urgentissimo riscontro, cordiali saluti.